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Celibidache e
Bologna, a cura di Luigi
Girati e Luigi Verdi, Prefazione di Silvia Gajani, Bologna, Forni 2004, 217 pp.
Presentazione: Foyer del Respighi del Teatro
Comunale di Bologna, sabato 23 ottobre 2004
“Cominciammo a parlarne quattro anni fa
[nel 2000]; io andai a casa di Luigi Girati che mi mostrò la sua documentazione
su Celibidache e poi me la diede a casa per studiarla un po’, raccomandandosi
dicendo che era materiale prezioso, che non avrebbe mai dato a nessuno
all’infuori di me. Ci rincontrammo qualche tempo dopo e stabilimmo di
raccogliere le testimonianze dirette di quelle persone che avevano conosciuto il
Maestro e avevano vissuto in prima persona le vicende della sua presenza a
Bologna. La maggior parte delle personalità da noi interpellate risposero con
piacere al nostro invito, contribuendo o con un testo scritto oppure
rilasciandoci un’intervista che poi abbiamo trascritto. Altra cosa importante
era anche l’indagine musicologica e gli apparati critici. Abbiamo preparato
l’elenco di tutti i concerti bolognesi di Celibidache, e trascritto tutte le
critiche apparse sui giornali bolognesi dell’epoca. E’ stato un lavoro piuttosto
lungo, perché poi si è trattato di selezionare i materiali, per evitare
ripetizioni e appesantire troppo i contenuti.
Un contributo importante ci è giunto anche da Alberto Spano che ha svolto un
lavoro prezioso sui materiali dell’Archivio Storico del Teatro Comunale di
Bologna, studiando le registrazioni sonore di concerti di Celibidache e curando
la trascrizione della conferenza stampa di un suo famoso corso per direttori
d’orchestra, che ebbe luogo nel 1972. Silvia Gajani, la moglie dell’architetto
dell’Accademia Filarmonica Roberto Fregna, ha poi scritto l’introduzione e,
grazie alla disponibilità dell’Editore Forni, il progetto si è potuto
realizzare. Debbo dire che nell’approfondimento della figura di Celibidache,
oltre la sua grandezza indiscutibile come direttore d’orchestra, si sono anche
confermati quegli aspetti ben conosciuti del suo carattere che lo avevano reso
sul posto di lavoro una persona 'antipatica' fra virgolette. È per questo
motivo, forse, che alcuni amici non hanno risposto al nostro invito di
contribuire a quest’omaggio, perché avevano ricordi umanamente non tutti
piacevoli”.
Recensione:
Musica e Scuola, XIX, 9, 2005, pp.16 (Piero
Mioli).
Sergiu
Celibidache è il direttore d’orchestra che più di ogni altro ha legato il
suo nome all’attività sinfonica del Teatro Comunale di Bologna nella seconda
metà del Novecento. Attorno alla sua presenza a Bologna è fiorita una ricca
aneddotica, alimentata dalla genialità delle sue esecuzioni e
dall’imprevedibilità del suo carattere. Unanimemente considerato uno dei
maggiori interpreti del Novecento, fu molto legato a Bologna, città nella quale
esordì come direttore nel 1953, contribuendo in modo determinante
all’accrescersi del prestigio dell’orchestra del Teatro Comunale, che lo
corrispose entusiasticamente, ma non senza clamorosi scontri e tensioni, che
sfociarono in un burrascoso abbandono del podio nel 1973. A cinquant’anni
dall’esordio bolognese di Celibidache appare quanto mai opportuna una ricerca
storiografica sulla sua attività bolognese, ricerca volta anche a chiarire e ad
analizzare le varie tappe della sua presenza in città, alcune delle quali sono
ancora oggi avvolte da un alone di leggenda. In questa prospettiva, sono stati
raccolti i contributi di numerose personalità della vita musicale bolognese,
che collaborarono con Celibidache o furono
testimoni di quegli anni, quali Giovanni Adamo, Eugenio Amadori, Carlo
Maria Badini, Maria Bagnoli, Mario Baroni, William Bignami, Giorgio Cambissa,
Duilio Courir, Daniele Da Deppo, Pierluigi Ghetti, Luigi Girati, Giuliano
Giuliani, Tito Gotti, Dario Lodi, Leone Magiera, Alberto Mantovani, Alberto
Martelli, Enrico Quarenghi, Piero Rattalino, Dario Ravetti, Giampaolo Salbego,
Luciano Tamburini, Paolo Varetti. Alcuni contributi hanno carattere colloquiale
e aneddotico, altri carattere più storico e critico. A tutti va
il più cordiale ringraziamento per avere contribuito a restituirci una
immagine viva e intensa del grande direttore d’orchestra.
Di particolare interesse inoltre il testo integrale della conferenza stampa
tenuta dal Maestro in occasione del Corso di Direzione d’Orchestra tenuto a
Bologna nel 1972, e la analisi delle registrazioni dei concerti di Celibidache
in possesso dell’Archivio storico del Teatro Comunale di Bologna, curata da
Alberto Spano.
Sono poi ripercorse le vicende di Celibidache come Presidente dell’Accademia
Filarmonica di Bologna (1972-73), attraverso l’analisi dei documenti
conservati nell’Archivio storico dell’Accademia.
Il libro si conclude con l’elenco completo e una ricca rassegna stampa dei
circa 50 concerti bolognesi di Celibidache, tratti dai maggiori giornali
quotidiani tra il 1953 a 1973, in particolare Il Resto del Carlino (recensioni
di Leonello Levi, Duilio Courir, Adriano Cavicchi), L’Avvenire d’Italia
(G.M. Modonesi) e L’Unità (Mario Baroni). La rassegna stampa è integrata
dalle recensioni sul ritorno a Bologna di Celibidache (1987) e da altri
contributi significativi, in particolare quelli apparsi sui maggiori quotidiani
in occasione della morte del Maestro (agosto 1996), a firma di alcuni dei più
importanti critici musicali italiani (Piero Buscaroli, Angelo Foletto, Paolo
Isotta, Leonardo Pinzauti).
Un corredo di fotografie e di documenti tratti dall’Archivio Girati completa
il libro, che si configura come uno strumento di agevole e godibile lettura sia
per gli studiosi di musica sia per gli appassionati.
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