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Piano Liszt. Un secolo di cinema con Franz Liszt.
Montaggio e Regia di Francesco Leprino e Luigi Verdi
Un progetto ideato da Luigi Verdi. Documentario, Italia, 2011-2012. Una
produzione Al Gran Sole. Conservatorio di Milano
Presentazione:
Milano,
Conservatorio di musica "G.Verdi" (25 novembre 2011); Milano, Centro
San Fedele (30 novembre 2011), Lucca, Auditorium Fondazione Banca del Monte (16
maggio 2012), Reggio Calabria, Conservatorio di Musica "F. Cilea" (16 giugno
2012); Pavia, Istituto Musicale Vittadini (7 dicembre 2012) Bologna, Museo internazionale e biblioteca della musica (8
dicembre 2012, Roma Conservatorio di Musica Santa Cecilia (22 maggio 2013),
Albano, Festival Liszt, Palazzo Savelli (9 novembre 2014).
Mantova, Eterotopie Piano Festival, Cinema del Carbone (20 giugno 2016).
Recensioni:
Cineforum, n. 514, LII/4, maggio 2012, p. 94 (Ermanno Comuzio)
Left, 29, 21 luglio 2012, p. 59 (Morando Morandini)
Il Podio, 181,
settembre 2012, pp. 28-30
2013 - in Diocesi -
Al
San Fedele
Giornale del Garda 24 marzo 2015, - Liszt romantico e travolgente (Enrico Raggi)
Circa
300 i film che utilizzano la musica di Franz Liszt nella colonna sonora, tra gli
albori del cinema e il 2011. Questa documentazione ci permette di avere un
quadro esaustivo sulla ricezione della figura e dell’opera di Liszt, uno dei
compositori classici più “saccheggiati” dal grande schermo. La fortuna di Liszt
ha fatto scaturire, con le più diverse funzioni e nei più disparati contesti,
una ridda notevole di situazioni filmiche che vanno dal paradossale al
sentimentale, al comico, al funzionale, all’inatteso. Noteremo anzitutto come
elementi comuni e nessi di una stessa composizione riescono a stabilire esiti
molto differenti, nel loro associarsi all’immagine, in film diversi. In questo
senso lo stretto confronto mette in evidenza come la “colonna sonora”, specie
quando si tratta di “icone” musicali, condiziona e calamita il senso di una
sequenza, trasfigurandola.
I temi lisztiani che appaiono più di frequente come leitmotive caratterizzanti
vari personaggi e situazioni costituiscono un corpus d’osservazione molto
interessante, come il caso della Rapsodia ungherese n. 2, decisamente il brano
più utilizzato, soprattutto nella musica per cartoni animati, in particolare il
finale, generalmente legato a situazioni festose se non comiche o grottesche. Il
tema di Sogno d’amore n.3 appare in una cinquantina di film, quasi sempre
eseguito da un attore-pianista, legato a situazioni romantiche, di struggimento
amoroso o durante matrimoni, molto utilizzato agli inizi del cinema sonoro.
Frammenti di Les Préludes appaiono in circa trenta film: il carattere guerresco
del finale è utilizzato come leitmotiv in serie di fantascienza o a sottolineare
scene eroiche o di guerra. Fra gli altri brani lisztiani molto usati abbiamo il
Concerto n. 1, Consolation n. 3, Un Sospiro, Fantasia su temi ungheresi, Mefisto
valzer n.1, La campanella. Vi sono poi almeno una decina i film dedicati alla
vita di Liszt, a testimonianza della sua popolarità presso il grande pubblico. A
questi titoli se ne aggiungono un’altra trentina in cui Liszt appare come
personaggio secondario, in film dedicati alla vita di altri compositori, ad
esempio Wagner o Chopin.
Da sottolineare il valore aggiunto che scaturisce nel documentario dagli
accostamenti, con passaggi repentini e senza soluzione di continuità da una
sequenza all’altra, creando anche un ulteriore ipertesto di interpretazioni
musicali diverse e di situazione avvicinate per similitudine, contrasto,
opposizione. Un montaggio che tende a restituire, in una sorta di compressione
spazio temporale, l’atteggiamento di un secolo di cinema verso questo grande
compositore e, in fondo, lo spirito rapsodico dello stesso Liszt. Cliccare
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