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Il maestro e la cantante. Lettere di Giuseppe Verdi a Maria Waldmann (1873-1900),
Bologna, Conservatorio G.B. Martini 2001, 96 pp, in occasione del Convegno di
Studi "Tu che le vanità. Bologna per Giuseppe Verdi", a cura di Piero
Mioli. Musica a Bologna, Musicisti a Bologna
Il
23 marzo 1973 il Consiglio di amministrazione del Conservatorio Statale di
Musica “Giovanni Battista Martini” deliberava di acquistare dagli eredi
Massari le lettere indirizzate da Giuseppe Verdi a Maria Waldmann (Vienna
1845-Ferrara 1920), il celebre mezzosoprano che Verdi aveva chiamato ad
interpretare la parte di Amneris nell’Aida andata in scena alla Scala di
Milano l’8 febbraio 1872, nella prima italiana dell’opera dopo
l’allestimento del Cairo del 24 dicembre 1871: da allora la Waldmann era
divenuta interprete prediletta di Verdi, il quale l’avrebbe voluta a fianco a
sé nella Messa di Requiem eseguita a Milano il 22 maggio 1874.
La Waldmann si ritirò molto giovane dalle scene teatrali, poco più che
trentenne, per sposare il conte Galeazzo Massari di Ferrara; rimase però sempre
in grande amicizia con Verdi, con il quale tenne una corrispondenza epistolare
protrattasi fino ai giorni immediatamente precedenti la morte del Maestro. Il
carteggio si svolse nell’arco di circa trent’anni, dal 1873 al 1900 e
testimonianza dell’affetto e dell’amicizia che il Verdi nutriva per la sua
interprete prediletta dell’Aida e della Messa da Requiem. Le lettere inviate
da Giuseppe Verdi a Maria Waldmann furono oggetto di studio da parte del celebre
storico Alessandro Luzio, che le aveva avute dalla duchessa Rita Massari nella
versione trascritta dal dott. Caretti, medico della duchessa. Curata la copia da
Carlo Zaghi, le lettere furono pubblicate da Alessandro Luzio nel Secondo volume
dei Carteggi verdiani, Roma, Reale Accademia d’Italia, Studi e documenti,
1935-XIII. Piccola parte del carteggio (27 lettere), era stato già stato
pubblicato da Andrea della Corte nella rivista Il Pianoforte del febbraio 1926.
Del carteggio si tornò a parlare nel 1973, quando Adriano Cavicchi, musicologo
ferrarese e docente di Storia della Musica al Conservatorio di Bologna, oltreché
autorevole critico musicale del Resto del Carlino, venuto a conoscenza che la
famiglia Massari di Ferrara era intenzionata a vendere le lettere autografe
inviate da Giuseppe Verdi a Maria Waldmann, ne informava il direttore del
Conservatorio Adone Zecchi. Grazie anche all’interessamento di Oscar
Mischiati, bibliotecario dell’istituto bolognese, e di Pierluigi Pietrobelli,
insigne studioso verdiano, il Presidente del Conservatorio Federico Masé Dari
si adoperò per acquisire il carteggio; l’acquisto poté avere luogo grazie ai
contributi finanziari erogati dall’Ispettorato Istruzione Artistica di Roma,
per interessamento di Bruno Boccia, il 4 maggio 1973. All’avvenimento fu
dedicato un articolo di Adriano Cavicchi, apparso sul Resto del Carlino del 25
maggio 1973. Lo stesso Cavicchi assieme a Roberto Verti ha poi curato la
pubblicazione dell’opuscolo Maria Waldmann a Voghiera, realizzato per la
mostra dedicata alla Waldmann nell’estate 1996, nei pressi della villa Massari
(oggi Mazzoni) di Voghenza (Fe), dove la cantante abitò a partire dal 1876.
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