Luigi Verdi: Dettagli e ritagli per pianoforte (2000)
Pianoforte: Daniele Buccio CD Bongiovanni
(GB 5165-2)

Presentazione: Bologna, Museo internazionale e biblioteca della musica, con Luca Belloni e Giovanni Guanti (8 ottobre 2011).

TESTIMONIANZA PER LUIGI
di Luca Belloni

Ho conosciuto Luigi Verdi nel lontano 1992 quando, con una scelta apparentemente azzardata, mi sono trasferito dal Conservatorio di Milano (dove oggi per singolare coincidenza Luigi è docente) a quello di Adria. La mia scelta, a prima vista azzardata, si è mostrata un’occasione provvidenziale proprio grazie all’incontro con questa strana figura di insegnante. Da subito sono rimasto colpito dalla disponibilità con cui Luigi metteva a disposizione dei suoi allievi la nutrita mole di partiture e registrazioni audio di cui disponeva. Pochissime lezioni sono bastate per capire che quel Maestro così disponibile era anche una persona di rara cultura (non solo musicale) ed un compositore dalla voce originale ed inconfondibile.
Ho avuto, in quegli anni, la fortuna (chi parla forbito direbbe il privilegio) di assistere alla nascita dell’importante studio di Luigi sull’armonia non tonale. Conservo con piacere il ricordo delle discussioni (che ci vedevano spesso su posizioni contrapposte) sui temi più disparati, dall’estetica all’interpretazione della storia e dell’evoluzione dello stile musicale. A Luigi devo la prima esecuzione pubblica, proprio qui a Bologna, di un mio brano e so che un nutrito numero di suoi allievi ed ex allievi potrebbe probabilmente dire la stessa cosa.
Dopo il diploma di Composizione il rapporto con Luigi si è trasformato anche in collaborazione professionale tra interprete e compositore. Questo mi ha permesso di approfondire ulteriormente la conoscenza del suo stile compositivo e di apprezzare la bellezza di cui è intessuta la sua musica, una bellezza spesso nascosta sotto il “duro gheriglio” di una tecnica tanto perfezionata quanto disponibile a piegarsi alle più tenui sfumature dell’espressione. Da questo è discesa naturalmente l’offerta, che Luigi ha accettato con la consueta generosità, di iniziare un rapporto con la casa editrice con la quale collaboro nella veste di responsabile del settore “musica”. Sono di prossima uscita le Quattro danze per quintetto.
In un panorama compositivo in cui l’unico verbo pare essere lo spirito di una sedicente avanguardia (ormai ridotta a patetico fantasma di se stessa) la musica di Luigi è per me una folata di libertà, una libertà che, come diceva Dante, è “sì cara” soprattutto in un’epoca che dietro innumerevoli bandiere libertarie, mi sembra segnata dal più truce conformismo.
Anche per questo ritengo che questa serata, in cui possiamo incontrare ed apprezzare la musica di Luigi, sia un regalo di cui essere grati.

 

 

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