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Slavia festival 1996, note illustrative al programma, Bologna, Accademia Filarmonica, 24 pp.
Giunto quest'anno alla Terza Edizione, lo Slavia Festival, nato su iniziativa dell'Accademia Filarmonica di Bologna, in collaborazione con l'Associazione Giovanile Musicale
(A.Gi.Mus.), Il Circolo della Musica (Endas) e con il patrocinio dell'Associazione
Italia-Russia, è una delle poche manifestazioni in Italia dedicate esclusivamente ai compositori e alle musiche dell'Est europeo, soprattutto nei suoi aspetti meno noti al grande pubblico.
Il concerto di apertura è dedicato alle figure di Rimskij-Korsakov e del suo allievo prediletto Aleksander
Glazunov, due personalità che incisero profondamente sulla vita musicale russa fra il XIX e il XX secolo. Seguirà un concerto-conferenza dedicato al repertorio pianistico meno frequentato di
Cajkovskij, sicuramente il compositore russo più eseguito oggi nel mondo. Particolare interesse riveste anche il concerto del 28 novembre, una Maratona pianistica imperniata sulla figura di Aleksandr
Skrjabin: verranno eseguite musiche inedite ispirate a Skrjabin, oltreché brani di autori russi suoi
contempranei. La lunga serata offrirà l'occasione per presentare un libro e un CD room su
Skrjabin, entrambi realizzati da Alessio Di Benedetto.
Il concerto pianistico del 28 novembre proporrà l'ascolto di brani del compositore croato Josip
Slavenski, del quale ricorre quest'anno il centenario della nascita e la cui musica sintetizza i caratteri popolari di tutte le repubbliche della
Ex-Jugoslavia. Il 14 dicembre seguirà una singolare manifestazione dedicata alla figura di Lev Teremin (1896-1993), pioniere della musica elettronica, inventore dello strumento acustico che porta il suo nome: verranno eseguite musiche di autori del Novecento, con tre prime esecuzioni assolute. Chiuderà il Festival un concerto che presenterà trascrizioni per violino e pianoforte di brani tratti dal repertorio russo, con un'ampia rassegna di opere di
Rein'hold Glière, figura fondamentale del periodo di transizione dall'epoca zarista al quella post-rivoluzionaria.
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