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Skrjabin e la danza, in “Slavia”,
III, 1999, pp.120-55.
Se si escludono le sonate, circa la metà delle composizioni pianistiche di Skrjabin è scritta in un tempo di 3/4. Oltre naturalmente ai valzer e alle
mazurke, recano l’indicazione di 3/4 tutti i ‘Fogli d’album’, così come numerosi Studi, Preludi e Poemi. Questo fatto è particolarmente significativo dell’interesse di Skrjabin verso la danza, la quale, molto spesso, proprio attraverso un andamento in 3/4 manifesta alcuni dei suoi caratteri più inconfondibili.
L’interesse per la danza accompagna Skrjabin nell’arco di tutta la sua vicenda artistica, manifestandosi già nelle composizioni dei suoi anni giovanili, che sono per buona parte valzer o
mazurke. A quegli anni, attorno alla fine del XIX secolo, risalgono gli appunti che egli scrisse per il libretto di un’opera rimasta incompiuta, nei quali è compresa la
seguente ‘Canzone di danza’:
"Danza di rapimento / Dona l’oblio
Con potente magia / Interrompi la mia tortura
La vita è sofferenza / La vita è dubbio
Tu sei sogno / Tu sei piacere
Danza d’incanto / Dai conforto
Come farmaco portentoso / Sciogli il mio dubbio".
Tutti i lavori scritti in quegli anni giovanili, dalla Seconda sonata op.19 (1896) alla Prima sinfonia op. 26 (1900), alle Nove Mazurke op.25 (1900), partecipano di un clima espressivo simile a quello dell’opera incompiuta, languido e decadente. Fra il 1900 e il 1905 avviene tuttavia un singolare cambiamento nell’atteggiamento personale e artistico di
Skrjabin, che da triste e malinconico diviene sempre più solare e estroverso; si tratta di un vero
capovolgimento di prospettiva, che investe la produzione artistica di Skrjabin in tutte le sue componenti; un tale cambiamento si avverte anche
analizzando le tonalità d’impianto dei suoi pezzi pianistici: nel primo periodo
prevalgono le tonalità minori, mentre nel secondo periodo prevalgono quelle maggiori.
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