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Molti
compositori hanno sottolineato come gli intervalli di una scala di sette note
possano venir ordinati in modi differenti rispetto a quelli tradizionali della
scala diatonica. Questa esigenza si avverte chiaramente in alcuni passaggi delle
composizioni di Chopin e di Liszt e, molto più esplicitamente, nell’opera di
numerosi compositori dell’inizio del XX secolo. In particolare Busoni, in un
suo passaggio dell’Abbozzo di una nuova estetica della musica, scrive:
Che
alcuni abbiano sentito come gli intervalli della serie delle sette note possano
venir ordinati (graduati) in modo differente, s’è già visto in momenti
isolati in Liszt e, più esplicitamente, nel movimento musicale progressista di
oggi. La spinta, l’anelito, l’istinto intelligente vanno in questo senso, ma
non mi sembra che di questi nuovi mezzi espressivi superiori si sia formata una
visione cosciente e ordinata. Ho tentato tutte le possibilità di graduazione
della successione delle sette note, e mi è riuscito di fissare 113 scale
diverse abbassando e innalzando gli intervalli. Queste 113 scale (nell’ottava
do-do) comprendono la maggior parte delle 24 tonalità conosciute e, in più,
una serie di nuove tonalità di carattere proprio. Queste
affermazioni di Busoni, che hanno avuto una eco notevole, dimostrano per la
loro sommarietà come egli non fosse affatto un teorico rigoroso, ma
piuttosto un curioso sperimentatore: le sue idee, pur non trovando sempre
adeguata applicazione, suscitarono il più grande interesse. [i]
Ferruccio BUSONI: Entwurf einer neuen
Aesthetik der Tonkunst, Trieste (1907), italienisch von Luigi Cliccare qui per richiedere il testo completo |
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