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Rodolfo Ferrari direttore d'orchestra, in
"Nuova Rivista Musicale Italiana",
XLV,
XV nuova serie, 1, gennaio-marzo 2011,
pp.83-134.
La ricostruzione cronologica dell’attività del direttore d’orchestra Rodolfo
Ferrari (1865-1919) presenta non pochi problemi. Interprete fondamentale della
‘Giovane scuola italiana’, di cui tenne a battesimo molte opere (almeno una
ventina, tra le più famose L’amico Fritz e Andrea Chénier), nonché interprete di
tante prime rappresentazioni italiane di opere straniere, in particolare dei
francesi Massenet (Werther, Manon, Thaïs) e Saint Saëns (Sansone e Dalila), di
cui fu direttore quasi esclusivo in Italia per alcuni anni, e di Wagner
(Parsifal), il suo nome è poi caduto completamente nell’oblio tanto da non
figurare o apparire di sfuggita nelle più documentate enciclopedie. Nella
presente ricerca ci concentriamo su Ferrari direttore d’opera così come emerge
dal le fonti e dai documenti presi in esame.
Ferrari era nato a Staggia, frazione di San Prospero in provincia di Modena nel
1865, aveva studiato al Conservatorio di Bologna con Alessandro Busi,
diplomandosi in Composizione nel 1882. Di Ferrari compositore ben poco ci è
rimasto, solamente un brano per pianoforte, Ninnarella, che risale agli anni
giovanili. Dall’autunno 1890 Ferrari appare già come direttore affermato e in
piena attività, che proseguirà intensamente senza alcuna significativa
interruzione fino al gennaio 1919 anno della sua morte. Ferrari era regolarmente
scritturato nei più importanti teatri per stagioni di autunno, inverno,
carnevale-quaresima o primavera, oppure dirigeva in tournee in Italia o
all’estero, con compagnie di canto generalmente di alto livello. Nel caso di
scrittura stagionale, come era d’uso all’epoca, poteva eseguire fin’anche a una
ventina di titoli diversi nell’arco di tre-quattro mesi (di cui anche diverse
premières), e ogni titolo poteva essere replicato anche molte volte, mentre nei
casi di tournée un titolo era messo in scena una volta, massimo due, in uno
stesso teatro per poi trasferirsi in un’altra città.
Nei periodi di più intensa attività Ferrari poteva dirigere in pratica quasi
tutti i giorni per molti mesi di seguito. Le produzioni messe in scena da
Ferrari furono circa un migliaio, indicativamente calcolando una media di cinque
repliche a spettacolo è verosimile un totale di 5000 recite dirette da Ferrari
nei suoi 30 anni di attività, quindi circa 160-170 recite l’anno. Quest’attività
frenetica, se non sembra superiore a tanti direttori dell’epoca, da Mancinelli a
Toscanini, tuttavia è significativa per l’alto numero di premières (una
trentina) e l’eccellenza delle prime rappresentazioni italiane.
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