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In “Riflessi lunari” (1990), per
doppio quintetto di fiati, un campo armonico pentatonico (0,2,5,7,9) viene
sviluppato canonicamente da un quintetto di fiati; il suo inverso è
affidato a un altro quintetto di fiati. I gradi di trasposizione di
“Riflessi lunari” seguono una serie permutativa di 30 cifre, divisa in
cinque parti di sei membri: 1-4-3-2-5-6; 1-2-6-3-4-5; 3-1-5-4-6-2;
3-5-1-6-4-2; 1-3-6-5-2-4. Ne deriva un canone a quattro voci, le cui entrate
sono poste a distanza di cinque battute di 6/8, ruotando attorno ad un asse
di settima diminuita (re,si,sol#,fa) discendente. La quinta voce si sviluppa
liberamente e le cinque voci completano verticalmente il campo sonoro
pentatonico. Tutto il brano è sviluppato contemporaneamente al suo inverso,
così che ne deriva un altro canone, inverso del primo, le cui entrate sono
poste lungo un asse di settima diminuita ascendente (sol,sib,do#,mi). Il
brano è diviso in tre parti. Nella prima parte è sviluppato il primo
canone, poi il secondo (inverso); nella seconda parte è sviluppato il primo
canone contemporaneamente al secondo; nella terza parte compare dapprima
l’inverso e infine di nuovo l’originale.
Riflessi lunari, per doppio quintetto
di fiati (1990). Durata 8'. Registrazione effettuata a Bologna, Accademia Filarmonica,
I Fiati di Parma, Direttore:
Claudio Paradiso (18/4/93). Editing: Studio Allimite, Bologna. Agenda Edizioni, Bologna (1999).
Caleidocicli musicali
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