Franz Liszt e la sua musica nel cinema, Lucca, LIM 2014, XXIV-520 pp.

Recensione di Piero Mioli, in Amadeus, XXVII, 5, maggio 2015  

Quale grande musicista, almeno da Mozart in poi, non ha ispirato la letteratura, il cinema, il gossip stesso? Nessuno come Liszt, però, come si poteva arguire dall'esuberanza di una vita, carriera, musica, estetica del genere. E tuttavia che circa trecento film abbiano fatto ricorso alle sue note non lo si immaginava proprio, né si poteva sapere che una decina di film lo abbiano avuto a protagonista e un'altra quarantina a personaggio di fianco, amico di Chopin, per esempio, o suocero di Wagner. Grande e nuovo, dunque, il lavoro svolto da Luigi Verdi alla ricerca e alla schedatura di tanto materiale, che peraltro va a scovare Liszt anche nella televisione e nei cartoni animati. Ogni scheda comprende tutte le informazioni necessarie (spesso ardue nei particolari tecnici e nella lingua (che spesso è l'ungherese) i e poi i commenti (difficili anch'essi, quando da confrontare con la biografia autentica), addirittura stralci di sceneggiatura, esempi musicali, grafici (a proposito dell'uso di temi variamente disposti nel corso del singolo film), una ricca tavola di piccoli fotogrammi donde peraltro è stata ricavata la copertina. La tavola parte da The lost Zeppelin del 1929 e finisce con uno Chopin del 2002, ed e solo una particella del formidabile, sorprendente, gustosissimo assieme.

 

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