|
Recensione di Roberto Calabretto, in Quaderni dell'Istituto Liszt, 15, 2015, pp.210-212
Un’importante novità editoriale
viene ad arricchire la bibliografia degli studi dedicati alla musica per film.
Luigi Verdi, per la Libreria Musicale Italiana, pubblica un volume dedicato a
Franz Liszt e la sua musica nel cinema esplorando le pellicole che hanno
utilizzato le sue composizioni, secondo diverse modalità e atteggiamenti, e
quelle dedicate alla sua biografia. Liszt, infatti, come precisa subito l'autore
nella sua introduzione, «oltre che per la musica è stato famoso per la sua vita
romantica, ricca di colpi di scena e di avventure», motivo per cui la sua
personalità ha ispirato il cinema con particolare intensità sin a partire
dall’avvento del sonoro per giungere fino ai nostri giorni. La sua vita e la sua
musica hanno così portato molti registi a far comparire il nome di Liszt nei
credits cinematografici di moltissime e talvolta famose pellicole. Verdi le
ha praticamente raccolte tutte con incredibile perizia all’interno di un seguito
di paragrafi che raggruppano quelle che lo vedono protagonista oppure
personaggio secondario, quelle in cui la sua musica è utilizzata nel cinema
oppure nella televisione, e anche nei cartoni animati. Da questo punto di vista,
questo volume rappresenta, al momento, un unicum nella letteratura
cinematografica. Nel corso degli anni, infatti, molto si è parlato della
presenza di Bach nel cinema di Pier Paolo Pasolini, di Andrej Tarkovskij e di
Ingmar Bergman, oppure del ricchissimo caleidoscopio di repertori musicali che
affollano le pellicole di Stanley Kubrick dando luogo a situazioni audiovisive
magistrali. Affrontare però la questione dalla parte della musica, ossia come il
corpus di opere di un compositore e la sua biografia siano entrati a far parte
dell’universo della settima arte, non ci risulta sia mai stato fatto, perlomeno
in maniera così sistematica. Liszt, del resto, ben presto agli occhi della
critica era apparso come un musicista dalla forte vocazione cinematografica,
«precursore dell’Arte cinemusicale che presto si [sarebbe sostituita] al
melodramma, genere ormai sorpassato e obsoleto per la staticità dell’azione, il
convenzionalismo delle scene, e l’infinita banalità delle parole», come
ricordava in maniera molto ingenua Roberto Falciai nel lontano 1927 nelle pagine
del Cinematografo che, in quello stesso anno, parlava addirittura di una
possibile “Visione cinemusicale” della Rapsodia Ungherese n. 2, non a
caso repertorio lisztiano maggiormente sfruttato nell’universo della settima
arte e dei cartoni animati. Anni prima, nel 1918, Luigi Mancinelli, nella
programmatica dichiarazione alla proiezione del 7 giugno 1918 all’Augusteo di
Frate Sole di Mario Corsi, di cui aveva scritto la partitura, senza
esitazione era giunto ad asserire a chiare lettere che «se la Battaglia degli
Unni e Mazeppa di Liszt, Morte e Trasfigurazione, Don
Giovanni di Strauss, Le Rouet d’Omphale e Danse Macabre di
Saint-Säens, fossero eseguiti colla visione cinematografica, l’idea dell’autore
risulterebbe più chiara e il pubblico ne riceverebbe un’impressione
completamente favorevole», anticipando un problema molto dibattuto negli anni
seguenti dai teorici della settima arte. I motivi per una trattazione su Liszt e
il cinema sono pertanto molti e fondati e ben ha fatto Verdi a raccogliere
questa sfida. Il suo lavoro è imponente e, nel corso di 500 pagine, raccoglie
informazioni su più di 300 film che hanno utilizzato composizioni lisztiane
all’interno delle loro colonne sonore e su altri 50 circa che lo hanno visto
protagonista oppure personaggio secondario. Cifre, queste, che ben mettono in
risalto che Liszt è stato uno dei compositori maggiormente rappresentati sullo
schermo, a conferma della sua popolarità. La ricerca di Verdi è scrupolosissima
e, oltre a censire tutte queste pellicole - la cui reperibilità dev’essere stata
molto faticosa - ne offre una descrizione particolareggiata sulla provenienza
delle opere e sugli interpreti, talvolta riportando cronometrie e stralci dalla
sceneggiatura. |
|
Indice
| Studi | Composizioni | Scritti
musicologici
Promozione
culturale | Direzione d'orchestra
Mostre |
Convegni | Rassegne
musicali | Links
Via Pontevecchio 16, 40139,
Bologna (Italia)
Tel. 051 546682
E-mail
© Copyright 2002 Luigi Verdi
script type="text/javascript" language="JavaScript" SRC="http://codicepro.shinystat.it/cgi-bin/getcod.cgi? USER=manteiner&P=1">