Luigi Verdi, Kandinsky e Skrjabin. Realtà e utopia nella Russia pre-rivoluzionaria, Akademos & Lim, Lucca, 1996 .

Recensione di Alessandra Doria, in Alla Ribalta, giugno 1996, pp.13-14

Kandinskij e Skriabin nel nuovo libro di Luigi Verdi

Il rapporto tra musica e pittura, che non finirà mai di affascinare ed appassionare gli studiosi d'arte, è al centro di un interessante libro di Luigi Verdi recentemente presentato alla Sala Mozart dell'Accademia Filarmonica di Bologna. Titolo del volume: "Kandinskij e Skriabin. Realtà e utopia nella Russia pre-rivoluzionaria", edito quest'anno dalla Akademos, col patrocinio del CNR. Questo studio, quanto mai ricco di spunti inediti e preziosi, offre materiali importanti, alcuni tradotti per la prima volta in italiano dallo stesso Autore che nella sua affermata carriera musicale ha sempre volto lo sguardo al mondo dell'arte in tutte le sue forme, cercando di penetrare da teorico il mistero della creatività che egli frequenta in prima persona da maestro. Nell'introdurre il volume, la Prof.ssa Loretta Secchi, docente di Storia dell'Arte presso la Scuola di Scultura Applicata di Bologna, ha sottolineato i punti salienti dell'originale accostamento compiuto da Verdi fra Kandinskij e Skriabin. Ne è emerso un panorama culturale affascinante, incentrato sulla fusione delle arti, sulla sinestesia, la teorizzazione dell'arte totale, visti attraverso l'opera di due grandi protagonisti della vita russa ed europea dei primi del Novecento. Sia nell'arte del compositore Aleksandr Skriabin che del pittore Vassilij Kandinskij si ritrovano infatti momenti fondamentali per tante esperienze artistiche successive, basti pensare alle nuove intuizioni sul rapporto suono-colore, che appassionò entrambi, come pure la concezione mistico-teosofica del mondo, ove ogni opera d'arte può diventare fonte di occulte risonanze cosmiche. Scrive Verdi nell'introduzione: "Skrjabin e Kandinskij appartenevano entrambi a questo mondo tutto proteso verso l'affermazione di un nuovo ordine spirituale, impregnato di misticismo e influenzato dalle scienze occulte: le loro opere devono perciò inquadrarsi nella generale atmosfera culturale e artistica di quel periodo che, nonostante le accuse di 'decadenza', fu uno dei più intensi e fecondi della cultura russa". Luigi Verdi non è nuovo a questo genere di studi: saggista, compositore e direttore d'orchestra, è da anni attento alle vicende artistiche dell'Est europeo e ha fondato tra l'altro il Centro Italiano di Studi Skrjabiniani a Bogliasco, vicino Genova, ove il compositore visse agli inizi del '900 e compose alcuni capolavori tra cui il "Poema dell'estasi". Consigliere artistico dell'Accademia Filarmonica di Bologna, Verdi è inoltre organizzatore dello Slavia Festival nonché docente di Composizione presso il Conservatorio Martini di Bologna. Non poteva quindi mancare, nella serata di presentazione del suo nuovo lavoro, un momento squisitamente musicale tutto dedicato a Skrjabin, con l'esibizione della pianista Luisa Fanti che ha chiuso degnamente l'incontro eseguendo del compositore russo alcuni Studi e la Sonata n. 1 op. 9 con applausi del folto pubblico in sala, a degna conclusione di un incontro di alto valore culturale.

Alessandra Doria

 

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