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Aleksandr Skrjabin, Prometeo il poema del fuoco, op.60. Programma di sala per il concerto del 18 settembre 1999, Genova, Teatro Carlo Felice.
Aleksandr Skrjabin iniziò la composizione del Prometeo nell’aprile 1909 a Bruxelles, dove si era fermato dopo una lunga serie di tournées concertistiche. Skrjabin aveva intenzione di dedicarsi completamente ad una nuova imponente opera sinfonica, ma non ne intravedeva ancora la struttura, scrivendo all’occasione un accordo o un tema così come gli venivano in mente. Già da tempo aveva notato che all’ascolto di certi suoni si formavano nella sua mente colori corrispondenti: venuto a conoscenza degli esperimenti dello scienziato inglese Wallace
Rimington, che aveva costruito una speciale tastiera basata sulle associazioni di suoni e colori, Skrjabin maturò allora l’idea di utilizzare uno strumento del genere nella sua nuova opera sinfonica. Frequentava spesso i membri della Società teosofica belga e in particolare il pittore Jean
Delville, col quale aveva stretto una solida amicizia; ospite nello studio del pittore, Skrjabin notò un quadro che rappresentava il personaggio di Prometeo, il mitico portatore di fuoco; affascinato dall’ambiguità e dalla ricchezza simbolica del quadro, Skrjabin decise di dedicare a Prometeo la sua nuova composizione e pregò l’amico Delville di disegnarne la copertina della partitura; si dedicò poi alacremente alla composizione, lavorando tutta l’estate e l’autunno del 1909. Rientrato a Mosca nel gennaio 1910, Skrjabin completò l’orchestrazione del Prometeo nell’ottobre dello stesso anno: la grande orchestra, composta di un centinaio di elementi, comprende i legni a 4, 8 corni, 5 trombe, 3 tromboni, tuba, 2 arpe, organo, pianoforte, celesta, tastiera a colori per la parte “Luce”, una nutrita schiera di percussione, coro misto a quattro parti, archi (almeno 60). Il pianoforte svolge una ruolo particolarmente importante, elaborando e sviluppando i temi via via presentati dall’orchestra.
Per la realizzazione della parte “Luce” Skrjabin pensò di commissionare la costruzione di un apposito apparecchio ad Aleksandr
Mozer, fotografo e insegnante di elettromeccanica alla Scuola di Istruzione Tecnica Superiore di Mosca; Mozer mise a punto un apparecchio del genere solamente alcuni mesi dopo per la prima esecuzione del Prometeo (15 marzo 1911) che risultò quindi privata di una sua componente fondamentale; l’apparecchio di Mozer era costituito di 12 lampadine colorate poste circolarmente su un supporto di legno, che si accendevano con dei pulsanti; l’oggetto è oggi esposto nella Casa Museo di Skrjabin di Mosca.
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