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I manoscritti di Madama Butterfly nell’archivio dell'Accademia Filarmonica di Bologna, in Madama
Butterfly, a cura di S. Camerini, Bologna Nuova Alfa Editoriale 1996, pp.57-90; in occasione della mostra
Butterfly. I manoscritti ritrovati
al Teatro Comunale di Bologna (19-31 marzo 1996). Musica a
Bologna, Musicisti a Bologna
Fondata
dal Conte Vincenzo Maria Carrati nel 1666 (sono quindi 330 anni nel 1996),
l'Accademia Filarmonica di Bologna divenne immediatamente punto di riferimento
della vita musicale cittadina e, nel volgere di pochi anni, estese la sua
influenza su tutto il continente europeo. Per la fama dei musicisti che sempre più
numerosi venivano ammessi a farne parte, l'Accademia Filarmonica conobbe
nel XVIII secolo il suo periodo di massimo splendore; attraverso i secoli
successivi l'Accademia ha poi mantenuto inalterato il suo prestigio, come e'
documentato dall'importanza dei testi musicali conservati nell'Archivio. Fra
questi testi, vanno menzionati numerosi manoscritti degli antenati di Giacomo
Puccini, compositori lucchesi di grande prestigio.
Risale alla prima metà del XVIII secolo la presenza di un Puccini a Bologna,
quando Giacomo il vecchio (1712-1781) si recò a studiare da Padre Martini,
attratto dalla fama dell'Accademia Filarmonica,della quale divenne membro nel
1743. Nel 1771 si sottopose al difficile esame di aggregazione all'Accademia il
figlio di Giacomo, Antonio (1747-1832). Alla fine del '700 fu a Bologna il
figlio di Antonio, Domenico (1771-1815), mentre Michele (1813-1864) fu aggregato
all'Accademia nel 1836; Giacomo Puccini (1858-1924), infine, fu acclamato membro
dell'Accademia Filarmonica nel 1899.
Il recente ritrovamento di una ricca documentazione manoscritta di Giacomo
Puccini nell'Archivio della Filarmonica, va ad arricchire di un nuovo importante
capitolo lo storico legame fra i Puccini e la secolare istituzione bolognese. Il
ritrovamento e' avvenuto nel dicembre 1995: nel procedere al re-inventario del
cosiddetto “Fondo speciale” dell'Archivio, i responsabili dell'Accademia
hanno notato, fra gli innumerevoli incartamenti conservati, una cartella nera
chiusa da lacci, con scritto sopra: “Documenti pucciniani”. Aperta la
cartella ne sono emersi un gran numero di fogli manoscritti, il cui
straordinario interesse e' apparso subito evidente.
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