I canoni di Giovanni Battista Martini, in "L'idillio di Amadeus", a cura di Piero Mioli, Conservatorio di Musica G.B. Martini di Bologna, Forni ed. pp.81-183.

Recensione di Tomasz Jeż, in Muzyka: Kwartalnik poswiecony historii i teorii muzyki 61/3:242 (Warszawa, Poland: 2016), p. 149.



Questo scritto è un’introduzione allo studio dei Canoni di Martini. L’immensa congerie dei canoni martiniani sfugge a una analisi superficiale perché troppo complesse vi sono le stratificazioni e le connessioni intertestuali: presupposto di una analisi più approfondita deve essere la catalogazione esaustiva di tutti i canoni sulle fonti originali.

Composizioni molto brevi, i canoni di Martini sono in latino (stile alto), in italiano (stile medio), in bolognese (stile basso): dal punto di vista musicale quelli in latino (spesso di argomento sacro) hanno naturalmente una maggiore compostezza, anche se possono esservi elementi comuni con quelli profani in stile basso. Avvicinandosi a queste opere, occorre tener presente che la vastità e la varietà delle soluzioni offerte da Martini non hanno uguali eguali in tutta la musica europea. Per dare un’idea, l’Indice SBN (Servizio Bibliotecario Nazionale) descrive 1395 documenti relativi ai canoni di Martini su un totale di circa 3000 documenti relativi ai canoni in generale. In realtà i canoni di Martini sono circa 800.

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