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Aspetti della produzione
pianistica di Aleksandr Skrjabin, Associazione Bogliasco per
Skrjabin, Bogliasco
(GE), 14-15
novembre 1991.
La Sonata per pianoforte in Mi bemolle minore fu composta da Skrjabin fra il
1887 al 1889, cioè fra i 15 e i 17 anni di età, quando egli era appena stato
ammesso al Conservatorio di Mosca; nonostante la Sonata fosse già ultimata e
richiedesse solamente una revisione, Skrjabin pensò di pubblicarne solo il
primo movimento che, con alcuni piccoli cambiamenti, fu dato alle stampe nel
1892 come “Allegro appassionato” opera 4. Il manoscritto originale non ci è
pervenuto integro, mancano infatti alcuni brevi passaggi del secondo e del terzo
movimento, che possono essere comunque facilmente ricostruiti: di qui le varie
elaborazioni che si sono succedute dopo la morte di Skrjabin, da quella del suo
amico e biografo Leonid Sabaneev nel 1918, a quella del pianista Roberto Szidon
nel 1972, a quella del compositore sovietico Vladimir Blok, il quale, per
ricostruire il contenuto di una pagina strappata nel manoscritto tra il secondo
e il terzo movimento, si è servito di alcuni elementi musicali tratti dal primo
movimento. Per quanto si possa dissentire dal voler riproporre un’opera nella
forma a suo tempo ripudiata dal compositore, nel caso di questa sonata
l’operazione di recupero non sembra errata: il secondo e terzo movimento, che
si succedono senza soluzione di continuità, presentano infatti evidenti
analogie tematiche con il primo, il quale a sua volta è un poco diverso dall’
“Allegro appassionato” op.4. L’appellativo di Sonata n. 0,suggerito da
alcuni studiosi, non pare quindi affatto inappropriato. Un’altra motivazione
ci induce a considerare lecito il recupero della versione originale: nel 1889
Skrjabin cambiò insegnante di contrappunto e fuga, Arenskij succedette infatti
in quella cattedra a Safonov, divenuto nel frattempo direttore del Conservatorio
di Mosca. Arenskij prese subito in antipatia Skrjabin, non perdendo occasione
per umiliarlo, e ci sono buoni motivi per credere che sia stato lui a indurlo a
sopprimere il secondo e terzo movimento della Sonata, giudicandoli mal riusciti.
La Sonata n.0 è la prima opera in cui si manifestano chiaramente i caratteri
dello stile giovanile di Skrjabin. Il primo movimento, in forma Sonata
tradizionale, si apre con un ansimante motivo di terzine costituito da
appoggiature ascendenti di semitono che, ripetendosi per ben 33 battute,
contribuisce a creare un’atmosfera di particolare tensione emotiva; l’uso di
terzine è tipico di tutta la produzione di Skrjabin, ed è all’origine di
quella instabilità e indeterminatezza ritmica che caratterizzerà in forme
sempre più raffinate la sua ulteriore produzione. Il secondo tema appare
improvvisamente, luminoso e sereno, creando un efficacissimo contrasto con il
tumultuso procedere della prima parte; questo contrasto informa di sé tutto il
movimento, in un processo di opposizione che sarà caratteristico di molte opere
successive di Skrjabin.
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